domenica 22 luglio 2012

Pensieri e sogni di un aedo


Non so dipingere e non so comporre
né so suonare. So soltanto scrivere
Questo so fare, scrivere e studiare.

Vorrei che i miei pensieri di stanotte
Andassero a posarsi su una tela
a combinarsi, leggendomi nell’anima,
in un dipinto che ne esalti la grazia.

Ed i miei sogni tutti componessero
La partitura  di un brano sublime.

(Milano, 1 gennaio 2011)


lunedì 16 luglio 2012

Lost (di Floriana Tursi)



Si perdono le chiavi di casa, l'amore, i treni, le persone, i soldi, le strade e alla fine persino i denti.
Si perde credito, colpi, fiducia, entusiasmo, reputazione e fama.

Si lasciano indietro bellezza, vigore e purezza.

Lo scatto, la fame e il sorriso forte della giovinezza, si stemperano.


È una magia questa, che ci nasconde beni e ricordi, e che li trasforma, che mischia le carte, trova nascondigli e tane per le nostre cose.



È una favola strana, somiglia a quella di Pollicino, le nostre cose diventano tracce, impronte di noi.


Non dico che non sia un gioco duro, colpisce a mano aperta, lascia il segno, fa male; certe volte offusca la vista, saranno gli occhi pieni di lacrime?


Ma dio sa anche che siamo rimasti bambini, alla fine ci restituisce tutto, persino le chiavi di casa, sparite sotto un cuscino del divano. E il puzzle si ricompone in figure diverse e i colori si accendono di toni nuovi, la nebbia si dirada, l'orizzonte si allarga, comprende il tutto.

Floriana Tursi.

sabato 14 luglio 2012

Appunti di giorni passati. Un romanzo d'appendice.


Undici.

Manara commentava lo scorrere delle slides sullo schermo. Stava illustrando a me, ad alcuni altri funzionari della Commissione Europea e ai Capi del dipartimento salvaguardia ambientale della Polizia francese, l’arma definitiva contro il traffico internazionale di rifiuti, un colpo mortale alle ecomafie: il sistema di tracciatura satellitare dei flussi di rifiuti.
Guardavo lo schermo e i colleghi con la mia solita aria distratta e indolente. C’erano abituati, a cominciare da Manara. Ma stavolta ero distratto e deconcentrato sul serio. La mia mente vagava tra quello che ricordavo sommariamente dei sospetti trafficanti, di cui mi aveva parlato Chébel,  che mi temevano  e per questo potevano trasformarsi in un pericolo mortale per me, e immagini varie, diverse: l’aria delle prime ore del mattino a Ischia, i capelli di Silvana, il profumo del mare d’estate la sera, scendendo dal traghetto a Pozzuoli.  L’odore delle angurie davanti ai chioschetti nella brezza notturna.
Le immagini erano interrotte dal pensiero della telefonata di poco prima: che voleva Nino da me? E Diego Sparagnini? Mancavo da troppo tempo da Napoli e da quell’ambiente per ipotizzare la più grossolana delle illazioni. Scacciavo via come si fa con una mosca molesta il pensiero che potesse esserci un collegamento tra Nino, Sparagnini e le rivelazioni che mi aveva fatto Chébel.
Ma tra un sole rosso, che tramonta dietro l’Esterel, e gli occhi di Silvana, irrompeva sempre quell’idea maligna, le parole di Nino, le parole di Chébel.
“Sono paranoico.
Sono paranoico?
Un po’ lo sono sempre stato.
Ma cosa potrebbe mai volere da me Nino? E proprio ora. Coincidenza? Forse…”. 
Pensavo.   

(Continua)

martedì 10 luglio 2012

Elegia per un amico.


(A Sergio)

Ti ho sentito cantare una canzone francese.
Sorridevi felice. Regalavi poesia.

In piedi al pianoforte eri musica e uomo,
eri padre e poeta e pietra preziosa.

Ogni parola tua, ogni sorriso e sguardo,
e gli occhi penetranti, entravano nell’anima.

Così ti ho conosciuto una tiepida sera.
Primavera, a Milano e Diana e la tua casa.

Parlando di teatro, di musica, di canto,
io, solitario e cupo, in te trovai un amico.

Insieme a te viaggiavo in campi immensi d’arte,
in miniere di versi, in boschi di cultura.

La tua voce guidava, calda, ipnotizzante,
in passeggiate amene lungo freschi ruscelli.

Mi resta il tuo sorriso, la tua autorevolezza,
i tuoi occhi, il ricordo dei nostri discorsi.

Un unico rimpianto, ti ho conosciuto tardi,
ma l’amicizia è stata un dono inestimabile.

Ogni parola tua ogni momento insieme
in questi, pochi, anni mi ha arricchito lo spirito.

(Milano, 10 luglio 2012)

Questi distici elegiaci sono dedicati a Sergio Ceni.