domenica 15 aprile 2012

Appunti di giorni passati. Un romanzo d'appendice.

Tre.

“Monsieur  Toscano?”
Un uomo alto, dai lineamenti maghrebini, ma dalla pelle chiara, molto bello, occhi verdi, seduto al tavolo a fianco, si stava rivolgendo a me.
Non lo conoscevo. Per quanto mi sforzassi di ricordare, il suo aspetto non mi diceva niente.
Conosceva il mio cognome.
“Bonsoir monsieur…oui, c’est moi…mais  je n’ai pas le plaisir de vous connaître…”
“ Sì…mi scusi, buona sera signor Toscano, mi presento, sono il capitano Ahmed Chébel della marina militare di Sua Maestà il Re del Marocco. Ai tempi dell’accademia ho studiato due anni a Livorno e parlo l’italiano, spero passabilmente.
Lei ed io abbiamo una conoscenza in comune, il capitano Claudia Somma, dei carabinieri”.
Claudia, l’ho vista nascere, la figlia di Federico, uno dei miei più cari amici.
Il  liceo, gli studi di Giurisprudenza, il concorso allievi ufficiali nell’Arma.
Pensa…ora è capitano.
“Ma Claudia…pardon…il Capitano Somma non è distaccata presso la Procura Distrettuale Antimafia di Brescia?”
“Sì, signor Toscano, e proprio lì che l’ho conosciuta. Le debbo qualche spiegazione.
Due anni fa circa avevo il comando di un’unità di pattugliamento ai confini delle acque territoriali marocchine, nell’ambito di accordi internazionali con il governo francese per prevenire e reprimere le attività di contrabbando e traffici illeciti nel Mediterraneo. Comandavo una fregata.
Durante un’operazione di perlustrazione ai confini con le acque internazionali ci siamo imbattuti in un mercantile sospetto. Era a noi sconosciuto e batteva bandiera liberiana.
Gli intimammo di fermarsi per procedere a un controllo, ma il suo comandante cercò di sottrarsi con una manovra.
Lo inseguimmo per qualche miglio, lanciammo un razzo d’avvertimento facendogli capire che aveva un minuto per fermarsi e permettere l’abbordaggio, altrimenti avremmo sparato.
Il mercantile si fermò, ci lasciò accostare e lo abbordammo.
Il comandante era di un paese il vicino a Napoli, Torre Annunziata, così era scritto sui documenti. L’equipaggio era composto da sottufficiali napoletani e marinai indiani e sudamericani.
Lo ispezionammo e trovammo la stiva piena di bidoni che a vista sembravano contenere rifiuti tossici.
Dirottammo il mercantile verso il porto di Tangeri.
Il comandante e l’equipaggio furono fermati e io stesi un rapporto al mio comando.
Il rapporto andò alla Procura di Tangeri e da qui fu inviato in copia anche alle autorità italiane e francesi.
Qualche mese dopo fui chiamato al comando e fui distaccato presso la Procura per partecipare alle indagini su quello che si era rivelato un importante traffico di rifiuti tra l’Italia e l’Africa.
Fu nell’ambito di queste indagini che, inviato in Italia, conobbi a Brescia, il capitano Somma."
(continua)