Otto.
Da:
Andrea D
A:
Angela
Oggetto:
Andrea
Giovedì
18 Ottobre 18.56
Ciao,
Angela, sono Mara.
Ho
visto le tue mail aprendo la posta di Andrea e ho pensato di risponderti io.
Andrea
è stato arrestato lunedì sera.
Ricordi
la Croma sotto casa, di cui ti ha parlato?
Era
dei carabinieri.
Quando
lunedì sera si è ritirato, c’erano anche due gazzelle.
Due
ufficiali in borghese si sono avvicinati a lui e alla guardia giurata, si sono
qualificati e gli hanno chiesto di seguirli.
Io
sono a Marsiglia, sono ospite di Maria Costantini. “Costa”, te la ricordi?
Quando
eravamo ragazzi, a Napoli, era al liceo “Umberto”, militava nel collettivo e
nella commissione femminile.
E’
avvocato, è stata anche mia compagna di studi all’Università.
Aveva
uno studio molto quotato a Milano.
Poi,
come credo sai, ha piantato dalla sera alla mattina marito e studio ed è venuta
a vivere a Marsiglia con il suo nuovo compagno, Xavier, che fa lo psichiatra.
Mi
sta aiutando moltissimo per questa brutta storia di Andrea.
Lei
ha aderenze ad alto livello alla Procura di Napoli.
Lunedì,
quando è successo il fatto, io ero qui da lei con Bianca, che è loro ospite per
i sei mesi di uno stage che deve seguire ad Aix en Provence.
Costa
ha subito telefonato ai suoi contatti in Procura.
Mi
ha detto che per me era meglio rimanere a Marsiglia.
Si
è precipitata subito a Napoli. Lunedì notte stesso.
Martedì,
grazie ai suoi appoggi è riuscita a sapere qualcosa di più delle carte
ufficiali che erano state consegnate a Rocco, il nostro amico avvocato
penalista che assiste Andrea.
Ufficialmente
Andrea è stato arrestato, in base al nuovo decreto sull’editoria che prevede la
custodia cautelare obbligatoria per il nuovo reato di diffamazione di esponenti
e istituzioni, della Presidenza della Repubblica, del Governo e del Parlamento,
per le sue recenti inchieste sulle connessioni tra camorra e politica.
Ma
c’è di più e di peggio.
Gli
è stato notificato in carcere un avviso di garanzia per partecipazione esterna
a banda armata.
Sono
vecchie storie, che credo conosci, che risalgono agli anni dal ’77 in poi.
E
per le quali era già stato ascoltato a lungo nell’81 e la sua posizione era
stata archiviata.
Le
informazioni sono riservate ma Costa è riuscita a leggere tutto il fascicolo.
Gli
addebiti si basano su due elementi:
Il
primo è un’intercettazione ambientale, risalente al 1981, in uno scompartimento
ferroviario del rapido Napoli – Roma, in cui Andrea scambia per tutto il
viaggio parole su come sta giocando il Napoli in campionato, nientemeno che con
Ciccio Radici.
Sì,
quello che ha ammazzato, in diverse occasioni, un politico e due carabinieri.
Arrestato
e condannato nel 1986, è tuttora in galera.
Ricordo
che Andrea mi raccontò dell’episodio quando tornò da Roma, ma allora non sapeva
che Ciccio era in clandestinità e mi disse proprio queste parole:
“Strano,
mi ha parlato per tutto il tempo solo del Napoli”.
Secondo
l’accusa era un dialogo in linguaggio criptato.
Andrea
avrebbe dato istruzioni a Ciccio.
In
effetti, due giorni dopo Ciccio uccise un esponente politico napoletano a Roma.
Il
secondo si basa su un notevole numero d’intercettazioni telefoniche e
ambientali che si riferiscono a lunghi colloqui tra Andrea ed Emma.
Ora,
è vero e dimostrato che tutti i colloqui tra Emma ed Andrea si riferiscono al
periodo in cui Emma militava ancora nel partito, pur avendo già contatti con
settori della clandestinità.
Il
problema per la posizione di Andrea è che ci sono almeno cinque intercettazioni
ambientali d’incontri avvenuti quando Emma era già in clandestinità e già
ricercata.
Io
sapevo di un incontro.
Andrea
mi aveva raccontato che un giorno, mentre passeggiava in Floridiana, la vide
seduta su una panchina a leggere.
Lei
lo riconobbe, lo abbracciò e gli disse di entrare nella sua macchina per poter
parlare tranquilli.
Andrea
accettò subito, emozionato.
Ma
evidentemente nell’auto di Emma c’erano delle cimici.
Degli
altri quattro incontri io non ho mai saputo niente.
Costa
non è riuscita ad avere nessuna informazione sul contenuto delle
intercettazioni, ma pare che siano proprio queste a rendere delicata la
posizione di Andrea.
Ma
c’è ancora dell’altro.
Costa
ha saputo per vie riservatissime che sarebbe prossimo un avviso di garanzia per
favoreggiamento e concorso esterno in banda armata anche contro di me.
Perché,
in quanto da sempre compagna di Andrea, non posso non essere sospetta a mia
volta.
Questa
mattina, quando mi ha telefonato, mi ha sconsigliato assolutamente di tornare
in Italia, almeno finché le posizioni di Andrea e mia non saranno chiarite.
Così
resto ospite di Maria Costantini e di Xavier qui a Marsiglia, per il momento.
Ci
pensi, Angela?
Una
lotta tutta la vita per i valori della libertà, dell’uguaglianza, della
solidarietà. Si espone senza risparmiarsi per difendere la Democrazia, e dopo
trent’anni si ritrova sospettata e accusata di banda armata.
Sento
puzza d’intimidazione trasversale contro Andrea da mille chilometri.
Ma
che Paese è diventato il nostro, Angela!
Come
sai, Emma negli anni ’80 si è pentita.
E’
uscita dal carcere e vive con una nuova identità da qualche parte nel mondo.
Ebbene,
Costa mi ha confidato di avere sempre saputo dov’è Emma, di averla incontrata
spesso in questi anni e di vederla tuttora frequentemente.
E’
molto intima con l’avvocato che ha
assistito Emma durante il periodo della collaborazione con la Giustizia e ne ha
negoziato il programma di protezione e reinserimento.
Sono
rimaste sempre amiche, insomma.
Pare
che Emma oggi si chiami Hélène Ludovici, viva a Bayonne e lavori in un bar a
vin di cui avrebbe sposato il proprietario.
Costa
e l’avvocato di Andrea, e ormai, ahimè, anche mio, stanno cercando di
raccogliere e far accettare al Procuratore una deposizione di Emma che
chiarirebbe il contenuto dei colloqui tra i due, sollevando di fatto Andrea da
ogni sospetto.
Non
so cosa sia avvenuto in quei quattro incontri, ma, conoscendo Andrea,
sicuramente la vide per l’affetto che lo legava a lei e per convincerla ad
uscire dalla clandestinità.
E’
un momento difficile Angela. Stammi vicina, ti prego, almeno tu.
Ho
deciso che quando le cose saranno chiarite e Andrea sarà libero, mi raggiungerà
qui.
E
non torneremo più.
Lasciamo
per sempre l’Italia.
Non
vale più la pena di restare.
Ci
hanno tolto l’anima.
Ci
hanno tolto il futuro.
Come
Costa, mi stabilirò qui in Francia. A Marsiglia o a Montpellier, o a Parigi,
non lo so ancora.
Andrea
aveva già dei contatti con editori francesi che avrebbero fatto carte false per
assumerlo.
Per
lui non sarà un problema.
Qui
in Francia mi sento sicura.
Ti
terrò informata giorno per giorno su questa brutta vicenda.
Ti
abbraccio forte.
Abbracciami
forte anche tu, ti prego.
Mara.