domenica 1 aprile 2012

Mentre dormi


Un pomeriggio di agosto  ero a Milano per lo stato d’avanzamento di un progetto.
Dopo la riunione di rito, con un’altissima concentrazione d’ingegneri, abbiamo fatto un sopralluogo in giro per il cantiere.
Eravamo al quarto piano, io ed alcuni colleghi esaminavamo delle pompe di calore e discutevamo di dettagli tecnici.
In un angolo lavorava su alcune apparecchiature elettroniche un giovane tecnico, un ragazzo.
Teneva la radio accesa a fargli compagnia.
Mentre discutevamo, a un certo istante, è partita una canzone, “Mentre dormi” di Max Gazzè.
Saranno stati non più di venti secondi, mi sono allontanato dal gruppo e avvicinato al ragazzo con la scusa di esaminare il suo lavoro, rapito in realtà dalla bella musica, dai versi stupendi e dall’atmosfera di totale dedizione alla donna amata, che esprimono.
Lentamente, ho voltato la testa e lo sguardo verso la vetrata,

“…mentre dormi ti proteggo
e ti sfioro con le dita…”

In quel momento mi sono accorto che si vedeva tutta Milano.
Una nuvola, una sola, in quei venti secondi, ha coperto il sole provocando quell’effetto di fortissimo contrasto tra le parti di panorama illuminate dal sole e quelle in ombra, ed esaltando i colori dei tetti, degli alberi, delle strade.
Poi mi sono voltato di nuovo.
Mi sono avvicinato al gruppo.
E ho cominciato a ispezionare un recuperatore di calore.

(Milano, 19 agosto 2010).